Novena Santa Veronica 2019

30 giugno 2019

1° giorno  novena

Papa Francesco nell’esortazione apostolica Gaudete et exultate ci ricorda che il combattimento è parte integrante e costante della vita cristiana. Si richiedono forza e coraggio per resistere alle tentazioni del diavolo e annunciare il Vangelo. Questa lotta è molto bella, perché ci permette di fare festa ogni volta che il Signore vince nella nostra vita. (158)

Così santa Veronica nel 1 luglio del 1720 annotava nel suo diario:

“Oggi è stato un dì penosissimo. Pare a me che il demonio si vanti e dica, che ora sono nelle sue mani, che ha potestà da Dio di tormentarmi, e che vada sfogando la sua rabbia contro di me, con percosse e tormenti. Io mi trovo senz’armi per combattere, in specie, (senza) le più potenti, cioè senza umiltà, orazione, rassegnazione in Dio, obbedienza e carità coi prossimi. Giro e rigiro: queste armi delle virtù non le trovo in me; così mi sgomento, vedendo i nemici e, formichella (una formica) come sono, temo e tremo, sentendo il loro furore ed i loro vanti. Con tutto ciò faccio animo all’anima mia, e dico: Coraggio ci vuole. Appoggiati al santissimo volere di Dio; non temere. Piglia il suo volere, sta forte in mezzo a timori e spaventi; per amore di Dio è tutto poco. Tutto questo io dicevo fra me stessa, e pareva che ciò mi facesse buono…”

vetrata cappellina santa Veronica e reliquiario del sangue del cuore

I Santi hanno uno sguardo che vede lontano e rimane nel tempo dandoci la prova della vittoria riportata nel combattimento usando le armi appropriate come Papa Francesco continua a scrivere: Per il combattimento abbiamo le potenti armi che il Signore ci dà: la fede che si esprime nella preghiera, la meditazione della Parola di Dio, la celebrazione della Messa, l’adorazione eucaristica, la Riconciliazione sacramentale, le opere di carità, la vita comunitaria, l’impegno missionario.(GE 162)

PER LA RIFLESSIONE

Sento il desiderio della santità o penso che sia riservata a pochi?

1 luglio 2019

2° giorno  novena

In questo secondo giorno della novena iniziamo a prendere in considerazione le armi che ha elencato Papa Francesco e come le usa santa Veronica. Sentiamo da lei come racconta l’esperienza della comunione del 2 agosto 1720:

Questa mattina, mi sentivo più travagliata del solito e con ogni sorte di tentazioni e malvagità. Cercavo di rimettermi alla volontà di Dio, mi ricordavo il patto che feci ieri mattina, lo rinnovavo e mi protestavo figlia d’obbedienza sì a Dio come a tutti i Superiori…

Sono andata alla Comunione con qualche ripugnanza, perchè non mi sentivo sentimento alcuno. Dicevo a me stessa: Questa mattina, Veronica, comincia un poco davvero a fare l’obbedienza. Tutto ciò che farai sia tutto per obbedienza; sono andata a ricevere Dio Sacramentato. Subito, venuto in me, vi è stata, fra l’anima e Dio, quell’uniformità di volontà, nel modo che vi fu ieri mattina: l’anima mia è stata legata con la divina volontà; ed io mi sono stabilita davvero e fermata per sempre nella volontà di Dio. Parevami che mai più avessi da scostarmi da questo volere di Dio, e tornai in me con queste precise parole: Niente mi potrà separare dalla volontà di Dio, nè angustie, nè pene, nè travagli, nè disprezzi, nè tentazioni, nè creature, nè demonii, nè oscurità, e nemmeno la medesima morte, perchè, in vita ed in morte, voglio tutto, ed in tutto, il volere di Dio. Infatti, mi sentivo tutta in fervore e stabile. Però pochi momenti durò la mia costanza, perchè mi trovai subito senza fervore, e dimentica di tutto. Oh! che miseria! Mi fermai nel mio niente e nella mia impotenza, e pregai Dio, che mi perdonasse le mie colpe.

reliquia del sangue del cuore di Veronica

Mi pare di ricordarmi che più volte nella santa comunione ho provato certe cose che non posso nemmeno raccontare: solo delle volte mi pareva che il Signore si unisse così intimamente coll’anima mia e comunicava ad essa cose che non so dirle. Solo mi ricordo che mi faceva penetrare un poco il suo infinito amore, la sua immensa carità, la sua grandezza e magnificenza. Diceva una sola parola, la quale è questa: Ego sum. Questo solo mi dava cognizione di Lui e di me stessa; fra il nulla che ero io, fra il tutto che è Dio; stavo fuori di me, sentivo ammaestrarmi in modo segreto, ma non so raccontarlo.

 

PER LA RIFLESSIONE

Quale posto ha la celebrazione dell’Eucaristia nella mia vita?

2 luglio 2019

3° giorno  novena

Tra le altre armi che il Signore ci dona per combattere le tentazioni papa Francesco elenca la vita comunitaria, santa Veronica sembra nutrita di speciali consolazioni e dotata di una vita lontana dalla nostra, con fenomeni soprannaturali che la rendono straordinaria e distante dalla vita quotidiana, isolata dal mondo quasi vivesse in un eremo anziché i un monastero. In un brano del diario la Santa ci mostra il suo cammino di conversione autentico verso il dono di sé. Così si racconta nel mese di ottobre del 1700, pochi anni dopo la stimmatizzazione:

ingresso della casa natale di santa Veronica

Di questi giorni, mi sentivo alquanto infastidita, perchè o una o un’altra Sorella non mi lasciavano; ed ora volevano una cosa, ora un altra. Così, con industria occulta, cercavo di trovar modo di non incontrarmi con alcuna, per non trovarmi con esse. In questo mentre andai a visitare il Santissimo e di cuore, chiedevo certa grazia a Dio; ora, non ricordo cosa fosse. Mi pare sentire come una voce che venisse ivi dal Tabernacolo; così mi disse: Tu non vuoi ascoltare le tuo Sorelle, ed io non voglio ascoltare te. Mi apportò grande terrore tal cosa. Andai subito a trovare le sorelle che avevo sfuggite; le consolai e parlai un pezzo sopra il punto del rinnegamento del proprio volere; e poi, di nuovo andai a visitare il Santissimo. Mi pare  sentire, tutta consolata, che chiedessi le grazie, perchè mi sarebbero concesse. Ebbi rimprovero della mia poca carità e di nuovo mi pare sentirmi: Se tu vuoi ottenere le divine grazie, ti conviene stare sempre in atto di carità coi tuoi prossimi, come hai fatto poco fa. Di queste cose mi sono occorse più volte. (nella vita comunitaria)

vetrata che ritrae un episodio dell’infanzia di santa Veronica in cui il quadro si anima e la Vergine le porge il Bambino Gesù

Sembra che il Signore continui l’invito rivolto a Veronica con le parole che ha messo nella penna del papa quando scrive: Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali. (Gaudete et exultate, 14)

PER LA RIFLESSIONE

Come ascolto i fratelli che mi vivono accanto o che incontro nella giornata? Come testimonio l’amore di Dio che abita in me?

I tuoi rapporti fraterni sono selettivi o liberi e aperti a tutte le persone e diversità?

3 luglio 2019

4° giorno  novena

In questo giorno della novena in cui ricordiamo la festa dell’Apostolo Tommaso vogliamo guardare come santa Veronica ha vissuto il suo impegno missionario continuando a sviluppare l’elenco delle armi che papa Francesco ci ha proposto per il combattimento spirituale.

cappellina santa Veronica

Veronica non è mai uscita dal monastero e non parla mai di missione, ma il suo anelito per la salvezza dei fratelli e perché tutti amassero Dio e indicibile. Il 5 maggio 1697, un mese dopo aver ricevuto impressi nel suo corpo i segni della passione del Signore (la stimmatizzazione) così annota la Santa nel diario: “Nell’orazione vi è stato un rapimento nel quale il Signore mi ha fatto un buon rimprovero sopra questo punto.

Io l’avevo pregato che mi volesse far grazia di nascondermi questi segni delle ferite. Sopra ciò mi ha fatto capire che non vuole siano nascosti; ma vuole che, per mezzo di essi, si ravvivi un poco la fede, perchè oramai è quasi distrutta affatto. Questo eccesso di amore che ho io compartito e posto in te, non ha da essere per te sola, ma per tutto il mondo; e voglio che molti miei servi vedano coi propri occhi i miei sigilli, acciò si animi ciascheduno a corrispondere e ad operare per mio amore. Non solo vorrei che li vedessero i miei servi, ma tutte le creature, perchè ne cavassero quel frutto che io ne pretendo, per salute di esse. Vol II p. 12

Questi segni visibili erano per la Santa motivo di confusione e di prova, ma dopo l’ammonizione ricevuta riprende vigore e ne fa un mezzo per impetrare grazie per il mondo intero.

Ed Esso mi ha detto: Sta posata: tutto ho disposto io che così si faccia; e ne ho cavato gran bene in qualche anima e più ne caverò. E ti dico che io amo tanto le anime vostre, che vorrei che tutto il mondo, per lor salute, lo vedesse e lo sapesse; acciò si ravvivasse la memoria della mia passione; e si rimettesse in piedi la fede santa fra i cristiani, la quale è per terra. Non vi è altro che il nome di cristiani. Soprattutto, per mezzo di coteste mie piaghe (fa di tenerne memoria) in tutte le tue operazioni ed orazioni che farai, raccomanda sempre i bisogni di Chiesa santa. E, di nuovo, ti confermo per mezzana, fra me e i peccatori. Vol II p. 54

Ora mi sentivo una brama di amare Iddio, e desideravo che tutto il mondo avesse fatto lo stesso, e dicevo: O creature redente col sangue di Gesù, su dunque, su su; venite con me a lodarlo, ad amarlo, ad essere tutte sue: ora io chiamavo gli ostinati peccatori, e gli Infedeli; ed ora, in persona di tutti, dicevo: Io, io, mio Signore, voglio amarvi, per me e per tutti quelli che non vi amano. Questo amore sarà infinito, immenso ed incomprensibile; perchè intendo di farlo con il vostro stesso amore. Sì, sì, mio Bene; così voglio e desidero, per gloria vostra, per adempire il vostro santo volere. 

Sentivo come bruciarmi; non trovavo luogo. Altra brama non avevo, che tutto il mondo avesse conosciuto Dio. In questo giorno, provai pazzie amorose; ma non posso scrivere tutto.

PER LA RIFLESSIONE

Come vivo lo slancio missionario?

Con la tua vita concreta fai conoscere il vangelo? 

Il tuo amore si riduce a coltivare sentimenti  di bontà e condivisione o si traduce in un impegno concreto?

 

4 luglio 2019

5° giorno  novena

“I santi che già sono giunti alla presenza di Dio mantengono con noi legami d’amore e di comunione… In questo cammino, lo sviluppo del bene, la maturazione spirituale e la crescita dell’amore sono il miglior contrappeso nei confronti del male. Nessuno resiste se sceglie di indugiare in un punto morto, se si accontenta di poco, se smette di sognare di offrire al Signore una dedizione più bella. Peggio ancora se cade in un senso di sconfitta, perché «chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti. […] Il trionfo cristiano è sempre una croce, ma una croce che al tempo stesso è vessillo di vittoria, che si porta con una tenerezza combattiva contro gli assalti del male”. Così papa Francesco ci esorta a camminare a testa alta nella vita, senza farci abbattere alla prima difficoltà, santa Veronica in questo è un esempio e una maestra che ci insegna e sostiene nell’allenamento del bene:

Dio mi ha levato tutto, mi ha privato di tutto, mi ha messo in mano de’ nemici; ed io che provo, giorno e notte, pene e tormenti, (dico che) non vi è pietà per me, ma mi metto nel mio niente, cerco un annientamento profondo, e conosco la mia impotenza. Non ho ragione di dolermi, anzi vedo che è (una) grazia, che Dio mi tenga così. Intendo che tutti i dolori siano per me un atto di ringraziamento a Dio, e tutto accetto per suo puro amore, per fare la sua volontà. Ogni pena, ogni croce siano un atto di conformazione al volere di Dio. Qui trovo ogni bene, qui ritifermo. (Tuttavia) in un tratto, mi trovo scordata anche di questa volontà di Dio; anzi mi pare che sia tutto contro la volontà di Dio… La continuazione dello scritto ci mostra tutta la capacità creativa del bene che sa volgere tutto il negativo a suo vantaggio: Non vi è aiuto nessuno per me, dico fra me stessa: Sia tutto per amore di Dio, piglio tutto in penitenza dei miei peccati, e secondo il volere di Dio; ma trovo una freddezza così grande in me, (che) mi pare di fare questi atti come per usanza o per abito, e non credo che mi siano di alcun merito. Oh! che pena! Oh! che tormento! (vol IV p. 263)… Ancora scrive: Avevo anche ripugnanza a trattare coi prossimi, e stando tutto il dì con essi, il tentatore tentava me, ed anche moveva essi per farmi impazientire. Così mi pareva; ma ciò doveva provenire anche da me che non ho virtù. Stavo con più, attenzione che potevo, per non dare udienza al tentatore e per negarmi ogni gusto; e proponevo, la mattina, di volere sempre stare nel rinnegamento di me stessa e di rassegnarmi, in tutto, al volere di Dio. Oh! che pena mi dava il vedermi così povera di virtù! Oh! quanti contrasti ho passati, si in ordine all’uffizio, come anche a tutto quello che si passa, alla giornata! Sia tutto per puro amore di Dio! Ogni patimento intendo che sia voce, per ringraziare Dio del medesimo patire e che sia anche una conformazione alla volontà santa di Dio. Viva le pene! .

In questa vita paziente nell’ascoltare il prossimo (opere di carità) e trattarlo con amore  vediamo la santità della Chiesa che continua a sorridere andando avanti con costanza giorno dopo giorno.”(cfr. Gaudete et exultate, 7)

Domande per riflettere:

Quali sogni coltivo nel cuore? Cosa desidero di bello nella vita e come lo cerco??

L’impegno per la testimonianza è trasparente e fa risaltare l’azione di Dio e dello Spirito, o nasconde la tendenza all’autoaffermazione personale o della comunità?

5 luglio 2019

6° giorno novena S. Veronica

Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Lascia che tutto sia aperto a Dio e a tal fine scegli Lui, scegli Dio sempre di nuovo. Non ti scoraggiare, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia possibile, e la santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita. Quando senti la tentazione di invischiarti nella tua debolezza, alza gli occhi al Crocifisso e digli: “Signore, io sono un poveretto, ma tu puoi compiere il miracolo di rendermi un poco migliore”. (GE, 15) I Santi hanno vissuto in pienezza il loro Battesimo. Santa Veronica ci ha lasciato nel suo diario un tracciato di umanità plasmata dalla grazia in cui le operazioni di Dio sono rese manifeste per mostrare quanto Egli venga in aiuto alla nostra debolezza:

Questa mattina, nella Comunione, vi è stata la grazia delle tre grazie; e l’anima ima è restata fortificata, ed ha sentito, in sè, quel tocco di Dio, nel cuore, il quale mi ha acceso di nuovo desiderio di patire. Sono restata ferma nella volontà di Dio e tutta ansiosa di proseguire la vita divina, fra patimenti, in patimenti, con patimenti;… ed alla Santa Messa, vi è stato, il raccoglimento nel quale mi sono portata al solito. Maria SS.ma mi ha fatto fare quell’adorazione alla SS.ma Trinità, mi ha dato un caro abbraccio, e mi ha detto: Figlia, ti do nuova notizia), che dovrai passare per molte croci, e che una, in specie, ti sarà molto sensibile. Io ho accettato tutto, secondo la volontà di Dio e di Maria SS.ma; ma non ho capito che cosa sarà, e mi parve di vedere, in quel punto, quella croce che significa la privazione del Padre… E mi parve allora di capire, per via di comunicazione, che questa privazione ha da servire a farmi staccare da tutto… nel penare, imparerò a patire, e nel soffrire, le pene mi saranno di ammaestramento di tutte le virtù…

Interessante scoprire in questo brano che le pene di cui spesso ci parla Veronica, sono quelle che capitano a tutte le persone e in questo caso è la sofferenza di essere privata di una persona cara per poco o lungo tempo che sia. La presenza di una persona di riferimento che ci sostiene nel cammino quotidiano è fondamentale nella vita, tutti ne hanno fatto esperienza per i più svariati motivi e la sua separazione è sempre motivo di dolore, e neppure Dio basta a colmarlo come ci mostra Veronica. Nelle fasi più delicate della vita lo sconforto e l’abbattimento possono far perdere il gusto di vivere e la Santa ci mostra come abbia superato questa tentazione, senza nascondere di averla avuta: In questo tempo sentivo ripugnanza al vivere, ed il tentatore mi diceva, che mi dessi la morte da me, che così sarebbe finito tutto. Io allora rivolta, con la mente, in Dio, gli dicevo: Mio Dio, la morte e la vita sta nelle vostre mani; ed io voglio tutto quello che volete Voi, e non altro… Ogni patimento intendo che sia voce, per ringraziare Dio del medesimo patire e che sia anche una conformazione alla volontà santa di Dio. Viva le pene!

Scrive ancora: Non posso raccontare le pene che passo, che sento, che provo. Tutto ciò che dico non è niente in confronto del patire che ho. Sia tutto per puro amore di Dio. Oh! che vita felice è questa: non aver mai riposo nè pace! Dico male. Sto in una somma pace fra mille guerre; vivo riposando, e non mi desto mai; il mio riposo è la volontà di Dio. Lui si ha da contentare; Lui ha da operare per me in me.

Il segreto di tanta forza lo troviamo nell’adorazione Eucaristica che la Santa faceva ogni volta che si trovava di fronte al Santissimo Sacramento (anche solo per la comunione delle inferme): Questa mattina… è stato il Santissimo  alla grata. O Dio! Che gran sentimento mi ha fatto, in considerare un Dio ivi, imprigionato in quelle specie sacramentali per cibo delle anime nostre! Dall’altra parte, ho pensato con che ingratitudine io corrispondo ad un amore così grande ed infinito. Lo stare innanzi a quel Dio esposto, rappresentandomi al vivo questa divina presenza, mi ha fatto divenire tutta ghiacciata e tremante per il timore che mi dava… Ma mi tirava, con amore e confidenza; sentivo certi tocchi nel cuore; ed anche con voce interna mi diceva: Io voglio essere solo nel tuo cuore; e lo voglio tutto per me.. Non posso con la penna descrivere gli effetti che mi ha procurato e con che risoluzione mi sono dedicata tutta a Dio.

Domande per la riflessione:

Quando ti prende lo scoraggiamento provi a reagire e come? Dove attingi la forza per vivere con entusiasmo?

La tua preghiera è un’immersione nell’amore e nella volontà di Dio o una ricerca di piegare la volontà di Dio alla tua?

Come vivi lo spirito delle beatitudini: come consolazione di fronte a una forzata privazione di beni che non ti sono concessi, o come gusto della vita, sull’esempio di santa Veronica?

 

6 luglio 2019

7° giorno novena S. Veronica

Il cammino della santità è una fonte di pace e di gioia che lo Spirito ci dona, ma nello stesso tempo richiede che stiamo con “le lampade accese” e rimaniamo attenti: «Astenetevi da ogni specie di male»; «vegliate»; non addormentiamoci (cfr 1 Ts 5,6). Perché coloro che non si accorgono di commettere gravi mancanze contro la Legge di Dio possono lasciarsi andare ad una specie di stordimento o torpore. Dato che non trovano niente di grave da rimproverarsi, non avvertono quella tiepidezza che a poco a poco si va impossessando della loro vita spirituale e finiscono per logorarsi e corrompersi. (GE 164)

Santa Veronica non si lascia vincere dalla tiepidezza: Ebbi lume di essere troppo pigra in vincere me stessa; d’essere fredda e codarda in combattere contro le proprie passioni; ed anche di non approfittarmi dei sentimenti avuti, mentre ho pensato ai misteri della Santissima Passione. Di nuovo ho compreso che questa ha da essere la scuola ove devo imparare a vivere, morendo e crocefissa con Gesù. Mi è parso, ma non so come sia seguito in quel punto, di aver fatto un atto (di amore) verso Dio, ma di cuore; e di volere in tutto eseguire il divino volere .In questo punto ho avuto la confermazione dell’ufficio che ho fra Dio e i peccatori ed è sparita via ogni cosa.

Un mezzo per camminare alla luce di Dio è proprio il sacramento della Riconciliazione a cui santa Veronica ricorre con fiducia:

Questa mattina per tempo, ho fatto la santa confessione; vi è stato in essa il dolore, la cognizione delle colpe e tutto ciò che si richiede ad un tanto sacramento; e questa grazia l’ho ricevuta per mezzo dell’obbedienza e carità del Padre il quale mi ha ricordato e detto, ad uno ad uno, tutti i patimenti che patì Gesù nella sua ss.ma passione. Io partecipavo in me tutte le medesime pene; per mezzo di esse venivo in cognizione di quanto sono state gravi e senza numero le mie colpe, peccati ed ingratitudini; e mi sentivo crescere il dolore nel cuore…

Che vita è stata la mia, tutta colpe, difetti, peccati ed ingratitudini! Stavo un poco, e dicevo: Padre, io, con parole, non posso manifestare niente. Oh! se potessi dire tutto, come ora lo conosco, per via di cognizione! …Tutto ciò che Gesù patì: le sue pene, i suoi dolori, le sue piaghe ss.me siano tante voci per manifestare la mia cattiva vita. Io sono stata la causa che Gesù sia stato, così strapazzato, crocefisso e morto, e mentre dicevo così, sentivo, in me le medesime pene, e queste pene e dolori mi davano penetrazione (di che) cosa è l’offesa di Dio. Ogni minima colpa, nel cospetto di Dio, è grande, perchè è offesa a Dio medesimo. Mi proponevo (facevo dei propositi), mi protestavo, sentivo orrore al peccato. Mai più, mai più colpe! Così seguitai tutta la santa confessione e restai un’altra. Nell’Assoluzione, vi fu il battesimo sacrosanto del sangue prezioso di Gesù; ne sentii gli effetti; e credo di aver partecipato anche la lavanda delle lagrime ss.me di Maria Vergine. Sia tutto a gloria di Dio, e per salute di quest’anima! 

La riconciliazione diventa anche luogo di discernimento dove la Santa accoglie la luce dello Spirito per scegliere i mezzi adeguati per crescere nell’amore del Signore.

Domande per riflettere:

Vivi ogni giorno un momento di dialogo con il Signore che ha su di te uno sguardo d’amore, in cui fai l’esame di coscienza:

C’è coerenza fra ciò che proclamo come giusto e ciò che vivo concretamente?

Accogli con fiducia ciò che il Signore predispone per realizzare il suo piano d’amore su di te?

La tua vita è concentrata sulla fedeltà a norme e tradizioni o più attenta alle esigenze dell’amore?

 

7 luglio 2019

8° giorno novena S. Veronica

Siamo arrivati agli ultimi giorni della novena e ci rimangono ancora due “armi” che il Papa ci indica per il combattimento spirituale, e sono quelle più usate dalla Santa, oggi prenderemo in considerazione la preghiera.

Ricordiamo che la santità è fatta di apertura abituale alla trascendenza, che si esprime nella preghiera e nell’adorazione. Il santo è una persona dallo spirito orante, che ha bisogno di comunicare con Dio. E’ uno che non sopporta di soffocare nell’immanenza chiusa di questo mondo, e in mezzo ai suoi sforzi e al suo donarsi sospira per Dio, esce da sé nella lode e allarga i propri confini nella contemplazione del Signore. Non credo nella santità senza preghiera, anche se non si tratta necessariamente di lunghi momenti o di sentimenti intensi. (GE 147)

cappellina con camino della casa Giuliani e abito che indossava Veronica quando ricevette le stimmate

Santa Veronica vive sentitamente questa unione d’amore gioiosa non nella effervescenza di un momento bello, ma nella costanza del bene anche nella fatica e nelle pene: ebbi un altro rapimento, nel quale mi si rappresentò il Signore crocefisso. Mi pareva che mi andasse dicendo: Vieni, diletta mia, vieni al mio cuore. In questo punto, uscì un raggio, come splendore, che arrivava dal costato di Gesù. e pareva che con esso volesse tirare a sè l’anima mia. 

In un istante, mi pareva di sentire unione amorosa della anima mia col suo Dio. Qui mi diede una comunicazione sopra il vivere crocefissa col crocefisso Gesù. Di questo non posso dire parola. Bensì mi restò maggiormente viva la cognizione della preziosità delle croci.

Viva pure l’amata Croce! Questa è letto dilettevole, dove devono sempre riposare le anime nostre. Oh! quanto è grata la cara Croce, oh! quanto è preziosa la santa Croce! oh! quanto è desiderabile la Croce! Credetemi che io andrei invitando il mondo tutto, acciò, tutti uniti, andassimo cercando questo prezioso tesoro. Non vi è chi lo apprezzi. Mio Dio, lasciatela tutta a me, così sarò contenta. Viva il patire! Viva la Croce!

Come sapere se una cosa viene dallo Spirito Santo o se deriva dallo spirito del mondo o dallo spirito del diavolo? L’unico modo è il discernimento, che non richiede solo una buona capacità di ragionare e di senso comune, è anche un dono che bisogna chiedere. (GE 166)

Che pena prova l’anima, vedendosi come invischiata fra tante miserie e combattuta da tanti nemici. Ora, l’umanità e l’amor proprio fanno un continuo combattere contro lo spirito. Sia tutto a gloria di Dio!

La vita cristiana è bella per l’amore di Dio di cui è pervasa l’anima e non perché senza fatiche e problemi. Il tentatore vuole toglierci la letizia con le sue subdole suggestioni (preoccupazioni, angustie, invidie, risentimenti, ecc.). Tanto più santa Veronica si lascia avvolgere dall’amore di Dio, tanto più è insidiata dal diavolo che non vuole che scriva il diario, mettendo il luce le azioni invisibili dello spirito del Bene e del Male.

Oggi poi, mentre scrivevo, mi ha travagliata di molto. Ho veduto come un’ombra rigirare per la cella, ed ho sentito una voce che mi ha detto: «Se tu non lasci questo scrivere, lo sconterai. Fa’ di non scrivere più, nè dir niente col tuo confessore; altrimenti, proverai il mio sdegno». Con l’aiuto di Dio, non ho dato retta a niente.

Santa Veronica conosce bene come esercitarsi nel discernimento attraverso la preghiera e ricorre all’orazione sia per intercedere il bene dei fratelli, sia per aver luce sul suo cammino.

Dopo, ho fatto l’orazione e vi ho avuto certo lume sopra me stessa e la gran necessità che ho di mutar vita. Sentivo le mie solite ripugnanze a tutto. Frattanto, mi esaminavo come potevo fare per contraddire in tutto me stessa. Il demonio mi tentava che io, adesso, fossi più che mai scontrosa con le sorelle; che facessi dei risentimenti; che non volessi più ascoltare nessuna; e poi, dopo, facessi mutazione, ma, prima, commettessi tutti quest’errori. Tutto ciò mi metteva sottosopra; e già comprendevo che il demonio mi voleva inquietare. Ho fatto atti contrari… spirito. Sia tutto a gloria di Dio! 

La preghiera fiduciosa è una risposta del cuore che si apre a Dio a tu per tu, dove si fanno tacere tutte le voci per ascoltare la soave voce del Signore che risuona nel silenzio… In tale silenzio è possibile discernere, alla luce dello Spirito, le vie di santità che il Signore ci propone. GE 149-150). Anche se il Signore ci parla in modi assai diversi durante il nostro lavoro, attraverso gli altri e in ogni momento, non è possibile prescindere dal silenzio della preghiera prolungata per percepire meglio quel linguaggio, per interpretare il significato reale delle ispirazioni che pensiamo di aver ricevuto, per calmare le ansie e ricomporre l’insieme della propria esistenza alla luce di Dio. Non si fa discernimento per scoprire cos’altro possiamo ricavare da questa vita, ma per riconoscere come possiamo compiere meglio la missione che ci è stata affidata nel Battesimo, e ciò implica essere disposti a rinunce fino a dare tutto. Infatti, la felicità è paradossale e ci regala le migliori esperienze quando accettiamo quella logica misteriosa che non è di questo mondo. (GE 171 e 174)

 

Domande per riflettere:

La mia preghiera nasce da un sentito rapporto filiale con il Padre?

Ci sono momenti in cui ti poni alla presenza di Dio in silenzio, rimani con Lui senza fretta, e ti lasci guardare da Lui? Lasci che il suo fuoco infiammi il tuo cuore?

Come esamini i desideri, le angustie, i timori e le attese che visitano il tuo cuore?

Come leggi la realtà che ti circonda e che interpella la tua libertà?

Sai riconoscere i tempi di Dio e della sua grazia?

 

8 luglio 2019

9° giorno novena S. Veronica

In questo ultimo giorno della novena vedremo come santa Veronica meditava assiduamente la Parola di Dio nella sua vita. Alla scuola del Maestro Divino santa Veronica impara a conoscerlo, amarlo e seguirlo, ascoltando e conservando nella mente e nel cuore quanto la Liturgia le offriva. La Parola di Dio, al tempo di Veronica, era solamente in latino e la Santa la riporta così come era pronunciata, ma non per ripetizione meccanica quanto per la profonda unione con l’Amico e lo Sposo che la comunica.

… nella prima antifona che dice: Ego sum qui sum (Io sono colui che sono), mi pare che mi desse sentimento sopra la divina presenza. Sentendo le sorelle che dicevano questa antifona, Esso replicava: Ego sum qui sum. Non ho cuore nè lingua da poter raccontare gli effetti unitivi di sè in me. Il cuore saltava. Non so come la passassi, perchè non ero in me, ma mi pareva di esserci. Secondo le parole che si dicevano avevo diversi lumi.

Nel primo salmo mi pare che mi confermasse tutta in Lui e tirasse a sè la mia mente, le mie potenze, il cuore e tutta me stessa. Quando si dissero quelle parole: Sed in lege Domini voluntas eius (nella legge del Signore è la sua volontà), et in lege eius meditabitur die ac nocte (la sua legge medita giorno e notte), mi pare che mi confermasse tutta nel suo santo volere.

Al secondo salmo, in quelle parole che dicono: Postula a me et dabo tibi gentes haereditatem tuam, et possessionem tuam terminos terrae (Chiedimi e ti darò in eredità le genti e in tuo dominio le terre più lontane), tanto in queste, come in altre parole, mi diede diverse comunicazioni, ma non posso descriverle. Sono quelle che non si possono raccontare. Solo mi ricordo che, in questo secondo salmo, Esso si assegnò per mia eredità e possedimento. Oh! Dio! Il contento che sentiva quest’anima mia non posso spiegarlo. 

Vediamo come la Santa, sentendosi partecipe della sovranità donata al Cristo nel salmo regale secondo, manifesta il suo spirito di profonda intimità nelle celebrazioni liturgiche. Santa Veronica ascolta la Parola di Dio non come una decorazione della sua giornata, un passatempo; il Vangelo, in particolare, è per lei l’incontro vivo con la persona amata del Signore Gesù. Durante la giornata poi si ferma su poche parole del Vangelo o delle lettere di san Paolo ascoltate durante la Messa o la Liturgia delle Ore:

In questo dì ed anche tutta la notte, sono stata sopra quelle parole: Ego sum pastor bonus. Qui ho fatto tutte le mie orazioni. Oh! quanto contento ha provato l’anima mia! Ed anche vi ho avuto una visione, avuta tempo fa un’altra volta, la quale è di questa conformità.

La pena del cuore mi veniva così grande, che mi pareva mi fosse passato il cuore, da banda a banda. Dicevo col mio San Paolo: Christo confixa sum cruci (sono stata crocifissa con Cristo). Sono stata con queste angustie e pene, sino all’ora che si è esposto il Santissimo.

Stavo in oscurità e colla mente tutta offuscata; e, quel che più mi dava pena, avevo tanti mali pensieri e mi pareva di avere addosso di me tutti i peccati del mondo. O Dio! Che pena sentivo! Io dicevo: Ove siete, mio dolce Sposo? Ritornate da me. Lo sapete che io non posso niente; ma con Voi tutto posso. E dicevo, bene spesso, quelle parole del mio S. Paolo: Omnia possum in eo qui me confortat (tutto posso in colui che mi da forza). Tutto ciò mi dava un poco di aiuto, e cercavo vincere tutte le ripugnanze che sentivo. Al patire non vi potevo nemmeno pensare; e tutto questo che avevo presente, lo sentivo al vivo. In questo mentre, mi venne il dolore dei denti e il dolore per tutti i membri. . .

Ricordiamo che «è la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo».(GE 151)

 

Domande per riflettere:

Lasci che lo Spirito Santo di cui è imbevuta la Parola di Dio, infiammi il tuo cuore?

Lasci spazio all’ascolto della Parola di Dio che ti interpella, che invita a cambiare le cose che non vanno e a perseverare nel bene?

Sei disponibile ad accogliere la chiamata che rompe le tue sicurezze per portarti ad una vita migliore?

Se davanti al volto di Cristo ancora non riesci a lasciarti guarire e trasformare, allora penetra nelle viscere del Signore, entra nelle sue piaghe, perché lì ha sede la misericordia divina:

BUONA FESTA DI SANTA VERONICA,

le sorelle Cappuccine di Mercatello

Canto: o mistico fiore dei cieli

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