III domenica di Quaresima anno A

l’anima mia anelava ad esservi lavata…

“…ebbi un rapimento nel quale fui confermata figlia del Crocefisso ed amante della croce; …mi venne, all’improvviso, uno di quegl’impeti di amore, che mi levò dai sensi per breve tempo; ma, in così poco tempo, appresi e compresi grandi cose sopra la misericordia di Dio!.

In quel tempo, il Divino Amore, in breve, mi faceva capire il modo ed il come l’anima deve incamminarsi nella via della perfezione; mi parve conoscere che lo spirito restasse, a volta a volta, tutto ansioso di ogni sorta di virtù; e, nel medesimo tempo, Iddio qui mi stabiliva, in una profonda umiltà, dandomi cognizione di me stessa e brama di ogni disprezzo, avvilimento ed ignominia, per conformarmi a Gesù Croce­fisso. Le sue pene e i dolori che sentivo, mi confermavano con quelle virtù che Egli esercitò, nella sua santissima Passione ed in tutto il corso della sua vita. …Egli m’invitava alle sue santissime piaghe; ed apprendevo che qui troverei con­forto. Usciva dal suo santissimo costato un rivo di sangue; e l’anima mia anelava ad esservi lavata. Mi pareva di chieder la contrizione e, nel medesimo tempo, avevo davanti tutti i miei peccati… A poco a poco, non vedevo più niente; solo, mi pareva di par­tecipare il frutto di così caro prezzo, cioè del sangue prezioso di Gesù.

…Mi sentivo tutta applicata in Dio e pareva che Egli, come maestro, mi insegnasse il modo di esercitare ogni sorta di virtù. Mi spogliava, in un modo speciale, da tutto ciò che impediva l’unione dell’anima mia con Lui,…che mi tenesse, tutta addolorata con Lui; ed io offrivo al Suo Eterno Padre quegli affanni e dolori che Egli ebbe nel tempo della sua Passione.”

Cfr. D. II, 1167-1168

In questo brano del Diario, santa Veronica ci racconta una delle tante esperienze spirituali da lei vissute. Il suo cammino di discepola di Gesù è a metà del suo corso, in un periodo di radicale purificazione, il Signore la conferma come “figlia del Crocifisso e amante della croce”. Una rassicurazione che le permette di continuare a seguire Gesù senza lasciarsi deviare dalle prove che la insidiano.

In questa tappa del cammino di S. Veronica vediamo alcune affinità con la donna Samaritana che incontriamo nel Vangelo di questa III domenica di Quaresima: due donne assetate di Amore e di Verità che, incontrando la persona di Gesù, conoscono se stesse nella loro identità profonda.

S. Veronica dice chiaramente che l’Amore la istruisce, Dio le insegna… Una scuola in cui sembra che la Santa sia sempre all’inizio e a cui si applica ogni volta con nuovo desiderio di apprendere senza ritenersi mai al traguardo. La Passione di Gesù è la “cattedra” preferita che le fa conoscere i tesori del Suo amore, da cui impara l’amore per le sorelle e i fratelli, ne condivide le pene e le angosce della vita unendole all’unica e infinita offerta del Figlio di Dio al Padre per la salvezza del mondo.

Lei può dire di “aver conosciuto il dono di Dio”, di essersi “abbeverata alla fonte della vita”, di essere stata trasformata in sorgente di grazia per i fratelli per un disegno mirabile di Dio che le ha concesso di essere dispensatrice dei santi meriti del suo Sposo Gesù e di tutta la sua santissima Passione (cfr. D. I, 310).

La piaga del Costato di Gesù fu assegnata a Veronica dalla madre morente che volle affidare al Crocifisso le sue 5 figlie. Non si sa se fu una predilezione o un segno profetico, ma da quel cuore divino la Santa attinse la forza per seguire fino al Golgota il suo sposo Crocifisso. Nel brano sopra riportato abbiamo un racconto particolareggiato che evoca il significato sacramentale del segno dell’acqua e sangue usciti dal Costato di Gesù trafitto dalla lancia del soldato.

Riportiamo infine una parte dell’ultima pagina del Diario scritta il 25 marzo 1727, in cui santa Veronica giunge finalmente a essere una cosa sola con Gesù e poter dire come Lui: “mio cibo è fare la volontà del Padre”. Il racconto è in terza persona perché negli ultimi anni la Santa dice di non ricordare più nulla e Maria Santissima le detta quanto lei scrive.

“Ricordati che in detta festa tu venisti ai miei piedi, ed io ti feci riposare al mio seno. Vi fu il rapimento, ed in esso l’unione coll’anima mia. Fosti graziata da essa con parteciparti per modo di amore le mie virtù. Adorna con esse, l’anima, come di volo, si trasportò al trono di Dio, e qui avesti uno di quegli sguardi che ti rapì a Sé, comprendesti l’invito al convito eterno. Questo bastò per parteci­pare un raggio di Paradiso. Restò in te il modo perfetto della volontà di Dio; e Dio medesimo lasciò in te il suo volere, e confermò quest’anima con modi divini per sua figlia, il divin Verbo per sua sposa, lo Spirito santo per sua discepola. A queste confermazioni la stessa anima mia per te cooperò con un atto di ringraziamento a Dio, e Dio operatore in quel mentre ti diede l’invito, e confermò quest’anima eletta fra gli eletti. Si fece festa in Paradiso di questa conferma fatta, e tu restasti legata colla volontà di Dio. Cominciò in te l’anticipato Paradiso.”

Cfr. D. IV,908-909