V domenica di Quaresima A

29 marzo 2020

V domenica di Quaresima anno A (Gv. 11,1-45)

Gesù si commuove davanti al pianto di Maria per la morte del fratello Lazzaro!

La liturgia di questa domenica ci offre una parola di consolazione nel tempo di pandemia che stiamo vivendo fra tanti lutti e sofferenze! Dio non è estraneo alla nostra sofferenza e non ci abbandona, dimenticandosi di aver donato il proprio Figlio per la nostra salvezza, Lui ascolta il gemito che si eleva da ogni parte della terra, ma a volte sembra che aspetti per esaudire la nostra preghiera.

Ogni anno del ciclo A la liturgia così ci fa pregare: Eterno Padre, la tua gloria è l’uomo vivente; tu che hai manifestato la tua compassione nel pianto di Gesù per l’amico Lazzaro, guarda oggi l’afflizione della Chiesa che piange e prega per i suoi figli morti a causa del peccato, e con la forza del tuo Spirito richiamali alla vita nuova. L’afflizione di questo periodo è appesantita dalle tanti morti anche corporali e da una separazione forzata degli affetti più cari. Per fede sappiamo che chi crede in Gesù non muore in eterno, ma questo non ci toglie la pena e il dolore per la separazione che questa pandemia sta infliggendo nelle famiglie.

La nostra preghiera è molto simile a quella di Marta ««Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà», e anche noi siamo certi che tutto quello che chiederemo al Padre nel suo nome, ce lo concederà (Gv 15,16). Siamo anche solleciti verso i fratelli così come Marta va a chiamare la sorella perché si uniscano alla nostra supplica e ci incontriamo tutti davanti a Dio, con i mezzi che il nostro tempo meraviglioso ci offre garantendo le distanze di sicurezza.

Questa unanime comunione nel gemito che si eleva a Dio da ogni parte della terra commuove anche oggi il cuore di Dio. Lui è pronto a farci uscire da questo baratro (cfr Lc. 18,4) e aspetta che togliamo anche oggi le pietre che impediscono alla vita di essere liberata e di continuare le relazioni umane con scioltezza (guerre, discriminazioni, ingiustizie). Ci invita anche oggi a togliere le bende che abbiamo messo sull’uomo malato (sia nel corpo che nello spirito) e che ci nasconde il suo vero volto di figlio di Dio e fratello nostro!