La Quaresima con S. Veronica

Con Santa Veronica verso la Pasqua

Ascoltiamo santa Veronica, una donna che ha guardato ai Santi per unirsi sempre più a Dio e ora appartiene a questa schiera del Cielo. La sua comunione con Dio è divenuta tale che, superando i confini del tempo, continua anche oggi a parlare a noi. Il Diario di santa Veronica potremmo definirlo un monumentale commento al “libro del Crocifisso” perché le sue pagine sono imbevute della Passione del Redentore.

Mi parve che dal Crocefisso uscissero cinque raggi risplendenti che venivano a me. Mi sentii passare il cuore, con nuova ferita, come altre volte; così nelle mani e nei piedi. E, nello stesso punto, Iddio mi richiedeva una vita tutta crocefissa con Lui; e mi fece capire, per via di comunicazione, che io imparassi nella scuola ove avevano imparato i Santi, cioè nel libro di Gesù Crocefisso…

Tutti i Santi, per venire a questo, hanno rinunziato ad ogni cosa, si sono abbandonati tutti in Dio, non avevano altra intenzione che fare in tutto la volontà di Dio. Qui è tutta la perfezione. Ho ben compreso che, se l’anima si vuole dare a questo esercizio, in primo luogo deve abbonire ogni ombra di colpa e venire a quello spogliamento da tutto. In una parola, Iddio mi ha fatto intendere che devo, prima lasciare me stessa; non avere più pensiero di me e per me in cosa alcuna, ma tutta abbandonata in Lui, con cooperare alle operazioni sue. E tutto ciò consiste in una unione della mia volontà, divenuta una medesima cosa con la volontà di Dio.

Mi fece conoscere molte imperfezioni che impedivano che l’anima potesse unirsi a Lui; e, con amore di padre amoroso, andava disponendo tutto nel mio interno… Dio mi dava tale aiuto che non mi restava altro pensiero che di risolvermi a darmi tutta a Dio e perdere di vista la mira di me stessa e di ogni cosa transitoria…

Mi restò la cognizione di me stessa e di Dio ed avevo qualche lume della potenza, della bontà,  della sapienza, dell’amore, della carità, della immensità di Dio. Godevo di questi suoi attributi, di tutto ciò che è lo stesso Iddio e di qui mi veniva gioia nel comprendere che tutto si trovi in Dio e che io sia niente. Mi faceva conoscere, con qualche sentimento particolare, questo mio nulla; e sentivo giubilare il cuore, perché tutte le perfezioni e beni si trovano in Dio solo e tutte le cose infinite sono in Lui. Cfr D. II, 1050-1052

Nel brano sopra riportato, santa Veronica ha già ricevuto le stimmate e continua la sua conformazione al Crocifisso. Il Signore mostra a Veronica gli impedimenti che la sua anima incontra per unirsi a Dio e lei non sente questi interventi divini come rimproveri, ma gesti di “amore di padre amoroso”. Un atteggiamento che suona per noi come un ammonimento sia perché, con cognizione più o meno ponderata, ignoriamo le nostre colpe, seppure ben più visibili di quelle della Santa; sia perché rifiutiamo ogni occasione che Dio offre anche a noi per rimuovere gli ostacoli sul cammino di ritorno a Lui.

La riconoscenza per il dono di Dio conduce santa Veronica a decidersi di donarsi interamente a Dio, pur essendo in monastero da più di vent’anni. Qui ci elargisce una grande lezione: con il peccato l’uomo è sempre rivolto a se stesso e alle cose transitorie; per tornare a Dio bisogna perdere la “mira di sé e delle cose” e cominciare a orientarsi a Dio. Santa Veronica continua con il suo leitmotiv di “morire a se stessa e compiere la volontà di Dio”, non per un annientamento nichilista, ma per vivere in Dio solo e godere pienamente di Lui. Lei non si è abituata a un pensiero, un’idea della vita in Dio, non si è mai fermata, ma è andata sempre oltre, sempre più avanti. Solo la forza di un amore più grande di quello per se stessi può portarci a cambiare orientamento, quel cammino di conversione che ci invita a compiere la Quaresima e che san Paolo chiama “rinnovare il modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio” (cfr. Rm. 12,2); non cambiare mentalità, ma approfondirla sempre di più.

Godere dei suoi attributi e giubilare di Dio sono il frutto di una unione sempre più profonda con Dio, che solo lo Spirito Santo può compiere in noi. La vita in Cristo per Veronica, come per ogni cristiano, è possibile solo nello Spirito Santo. Per questo la liturgia della V domenica di Quaresima nella lettera di san Paolo ai Romani ci ricorda che “se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi”. Questo ci testimonia che la morte non è la fine di tutto, ma il passaggio a un’altra vita. Santa Veronica ha contemplato assiduamente il Crocifisso per immergersi sempre più nella sua morte, liberando il suo cuore dai legami egoistici e dal peso delle cose materiali, per poter risorgere con Lui a vita nuova nell’apertura piena alla volontà di Dio e nella disponibilità ai fratelli.

Aprendosi interamente a Dio, santa Veronica riceve la luce per conoscere il suo essere mortale e le perfezioni e i beni infiniti che si trovano in Dio, fino a concludere: “Di qui avevo qualche sentimento intimo, che tutto quello che di bene si trova nelle creature, tutto viene da Dio ed è di Dio, poi al contrario che tutto quello che è male e si trova di male in noi, viene da noi, è tutta colpa nostra”.

Cfr D. II,1052