9 Dicembre festa della “Venuta” della Santa Casa a Loreto

Origine

Precedentemente festa spontanea, nel 1617, grazie all’iniziativa del frate cappuccino anconitano fra’ Tommaso[8], l’usanza si diffuse capillarmente in tutte le Marche[9].

Al momento della definitiva ufficializzazione della festa (1624) queste erano le prescrizioni, descritte dallo stesso Monaldo Leopardi, padre del celebre poeta: sparo di mortai, suono di tutte le campane (alle 3,30 della notte, ora in cui la Santa Casa avrebbe toccato terra[7]), fuochi sopra alle torri comunali, lumi a tutte le finestre, mentre grandi falò si accendono nei paesi, in tutti i rioni delle città e nelle aie di tutte le case di campagna[10]. Chi disponeva di un’arma da fuoco doveva sparare un colpo in aria, in segno di festa; di seguito veniva celebrata la “Messa della Venuta”[7]. Ad Ancona durante la vigilia si digiunava, mentre la popolazione della provincia di Ascoli e di Fermo consumava un’abbondante pasto battezzato con il nome di “Nataletto” (Natalitte)[7].

 

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