Il Messaggio

La nostra presenza nella casa natale di santa Veronica, desidera continuare ad annunciare la bellezza della sequela del Maestro, e soprattutto manifestare il messaggio che la Santa ci ha lasciato: Dio chiama tutti alla comunione con LUI.

Santa Veronica e l’Eucaristia

Santa Veronica continua ad essere viva nella nostra quotidiana esistenza con il suo esempio di dedizione amorosa allo Sposo Gesù e di forza missionaria che da questa unione ne è scaturita, testimoniando che diventare discepoli di Gesù anche oggi è possibile a dei cuori innamorati. Infatti, solo chi ama può comprendere i desideri dell’Amato e farsi carico della realizzazione dei suoi progetti superando ogni difficoltà e può attraversare situazioni umanamente impensabili e ripugnanti nella letizia dell’animo.

L’esistenza di Veronica è un modello di risposta piena all’intimità sponsale con Dio uno e trino a cui è chiamato ogni uomo e per questo ci mettiamo alla sua scuola per tendervi con gioia e perseveranza, annunciando poi con la parola e la vita quanto abbiamo appreso.

I mezzi usati da santa Veronica per giungere alla comunione con Dio sono stati principalmente la preghiera e la penitenza.

Per quanto riguarda il primo aspetto (la preghiera), una forma che seguiamo è l’ascolto fedele della Parola del Maestro, lasciando che lo Spirito Santo illumini la mente e il cuore, per essere così pronti alla Sua chiamata e a farci anche carico delle necessità dei fratelli sia materiali che spirituali. Viviamo una pratica antica chiamata “lectio divina”, o “lettura spirituale” della Sacra Scrittura, che consiste nel rimanere a lungo sopra un testo biblico, leggendolo e rileggendolo, quasi “ruminandolo” come dicono i Padri, per spremerne, in qualche modo, tutto il “succo”, affinché nutra la meditazione e la contemplazione e giunga ad irrigare come linfa la vita concreta. Una volta alla settimana condividiamo comunitariamente (in Avvento e Quaresima anche con l’esterno) quanto lo Spirito dona a ciascuna attraverso la meditazione della Liturgia domenicale.

comunità in coro nella celebrazione del 50° di tre sorelle

Per il secondo aspetto (la penitenza) bisogna sottolineare come tutta la vita di santa Veronica sia contraddistinta dal “patire” come forma di manifestazione del suo amore per Dio. La Santa ha cercato di ricambiare un così grande Amore, soprattutto attraverso il patire, misura piena della totale donazione umana (anche se i metodi utilizzati all’epoca potrebbero farci venire i brividi). Nel patire e nelle forme di penitenza da lei usate, la santa viveva una profonda umiliazione di se stessa per far spazio a Dio (come dice la Scrittura “Dio guarda l’umile”). Potrebbe sembrare masochismo la sua forma estrema di disprezzo del corpo se questo non fosse stato ispirato dall’Alto e sottoposto all’obbedienza dei confessori che spesso infliggevano delle prove alla Santa così dure da farla uscire con esclamazioni di questo calibro: “dovrebbero provarle loro (i confessori) prima di imporle (le pene) ai penitenti”. La sua umiliazione era sostenuta e prevenuta dalla Grazia di Dio che scavava in lei un abisso sempre più profondo in cui riversare l’amore di Dio. Pur non conoscendo i trattati di dottrina ascetica, santa Veronica si è incamminata in quel cammino di purificazione attraverso il quale ha permesso alla Grazia Divina di lavorare, un atteggiamento che oggi chiameremmo di costante conversione.

Sull’esempio di santa Veronica, anche ciascuna di noi si impegna ogni giorno a conformarsi a Gesù, a seguirlo nelle vie che Lui stesso prepara per ognuno di noi e che ci sono indicate attraverso la Parola, l’Eucaristia e i fratelli. Per la nostra vita Cappuccina secondo l’esempio di santa Chiara, la mediazione delle sorelle è fondamentale e la madre (eletta collegialmente ogni tre anni) rappresenta la viva voce del Signore che ci indica il cammino da seguire. Persino la campana, che raduna la comunità per la preghiera, per i pasti, per il lavoro, per la ricreazione o più semplicemente per l’arrivo di un ospite, diventa lo strumento attraverso il quale riconosciamo Dio.

cappellina Santa Veronica e porta della casa natale

Il nostro cammino di conversione ci consente così di dilatare gli spazi del nostro cuore, purificato dall’egoismo e dall’orgoglio, e di trasformarci in “donne per gli altri”, capaci di assumerci e di vivere nella propria carne il dramma dell’uomo di oggi. In primo luogo sono le persone a noi fisicamente più vicine ad essere partecipi della nostra carica affettiva-oblativa, e ciò non solo attraverso la condivisione di beni materiali, ma anche attraverso il sostegno della nostra preghiera e sacrificio. Tuttavia il desiderio di salvezza di tutta l’umanità ci porta a farci carico sia di grandi drammi del nostro mondo contemporaneo di cui i mezzi di comunicazione ci danno informazione, sia, soprattutto le sofferenze quotidiane, che ci vengono affidate da tanti fratelli e sorelle, situazioni nascoste e sconosciute che tolgono la gioia e la forza di vivere, e sentiamo che il nostro compito ci chiede di intercedere anche per chi è morto e ancora non può godere la Vita piena in Dio.

L’esempio, dunque, vissuto da santa Veronica è per noi davvero illuminante perché, mentre da un lato si privava di tutto per sostentare la vita delle sorelle del monastero e di chi bussava alla sua porta, dall’altra ci ricorda che ben più preziosa della vita temporale è la Vita Eterna e per questo si faceva carico delle ferite e dei peccati dell’umanità per presentarli in Gesù, dalle cui piaghe siamo stati guariti, al Padre misericordioso.

canto

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